Moniti dal Parlamento Europeo alla Moldova

moniti dal parlamento europeo alla moldova Bruxelles è sempre più preoccupata a causa delle deviazioni dalle norme democratiche in Moldova (repubblica ex-sovietica, a maggioranza romenofona).

Tempo fa, la Moldova era considerata la più brava tra i Paesi del Partenariato per l’Est, programma attraverso il quale l’Unione Europea cerca di diffondere la democrazia e la prosperità nell’ex spazio sovietico e che include anche Georgia, Ucraina, Armenia, Azerbaigian e Bielorussia. Accanto a Tbilisi e Kiev, Chişinău firmava, quattro anni fa, con Bruxelles accordi di associazione e di libero scambio, un passo importante sulla strada verso l’integrazione europea. Con il passare del tempo, però, la valutazione da parte delle istituzioni europee è diventata sempre più severa. La Commissione per gli Affari Esteri del Parlamento Europeo ha approvato, martedì, la bozza del rapporto sull’applicazione dell’Accordo di Associazione con la Moldova, e il documento rileva la preoccupazione per il deterioramento dell’osservanza dei valori democratici.

 

Come ammonivano pure gli esperti della Commissione di Venezia, l’adozione del sistema misto di voto alle elezioni politiche dell’anno prossimo, quando metà dei deputati saranno eletti su liste, mentre gli altri con voto uninominale, è a vantaggio dei cosiddetti partiti grandi – Democratico, dichiarato pro-occidentale, al governo, e Socialista, del presidente filorusso Igor Dodon. Una trasgressione degli standard della democrazia è anche l’annullamento delle elezioni dello scorso giugno per la carica di sindaco della Capitale. Il vincitore, l’ex attivista civico e uno degli attuali leader dell’opposizione pro-europea Andrei Năstase, è stato trovato colpevole della trasgressione del Codice elettorale, perché ha esortato i cittadini ad andare a votare il giorno dello scrutinio. Il premier PD, Pavel Filip, ammetteva allora che la decisione della Corte “solleva molti punti di domanda” e che “appaiono diverse ipotesi, che non sono a favore dell’attuale governo”.

 

Dalla confinante Romania, che ha sempre sostenuto le aspirazioni di integrazione europea di Chişinău, il ministro degli Esteri, Teodor Meleşcanu, aveva ammonito che tale misura potrebbe nuocere alla stabilità della repubblica. Gli ambasciatori europei avevano considerato che la decisione di annullare lo scrutinio e il modo in cui è stata presa privano i cittadini della Capitale del sindaco democraticamente eletto. Mentre l’esecutivo europeo ha annunciato che, fino a quando la Moldova non adempierà alle condizioni politiche legate alla democrazia, allo stato di diritto e ai diritti dell’uomo, lo stanziamento della prima tranche di assistenza macro-finanziaria, pari a 100 milioni di euro, resterà in sospeso.

 

Il rapporto della Commissione per gli Affari Esteri del Parlamento Europeo lamenta anche le pressioni sui leader dell’opposizione, la mancanza di indipendenza del sistema giudiziario e il monopolio del potere sui mass-media. L’analista Ion Tăbîrţă, citato dai corrispondenti Radio Romania, notano che i rapporti di Chişinău con Bruxelles stanno peggiorando e teme che, oltre alla sospensione dell’assistenza macro-finanziaria, c’è il rischio di tornare al regime dei visti per i cittadini moldavi che viaggiano nell’Unione Europea.


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Publicat: 2018-10-10 11:44:00
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